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La maggior parte delle persone è convinta che per misurare la velocità di un sito sia sufficiente utilizzare uno strumento online (GTmetrix, Pingdom, PageSpeed Insights, Lighthouse…) la verità è che nessuno strumento misura la velocità in maniera accurata, nemmeno quelli forniti da Google stesso.
Per comprendere quanto appena affermato è necessario conoscere come funzionano questi strumenti dietro le quinte.
Tutti gli strumenti disponibili online, senza esclusioni, non sono altro che dei browser pilotati da remoto, che misurano i dati raccolti e forniscono un punteggio. Il punteggio dipende dai dati raccolti e i dati raccolti dipendono dalla versione del browser utilizzata, dalla velocità di connessione e dalla posizione geografica del server.
Per esempio GT Metrix, uno dei tool più conosciuti per misurare la velocità, utilizza dei server situati in Canada con una versione obsoleta di Chrome e di Lighthouse (v7.4),una connessione senza limiti di banda e simula la risoluzione dello schermo di un notebook.
Almeno che gli utenti del tuo sito non siano tutti canadesi con una connessione a 100mbit o superiore, ci sono buone probabilità che i dati letti tramite GT Metrix siano falsati 😅.
E’ importante specificare la versione del browser poiché ad ogni aggiornamento vengono introdotte delle nuove migliorie che possono incidere sul tempo di caricamento della pagina, mentre quando è Lighthouse ad essere aggiornato, può cambiare il modo in cui vengono calcolati i punteggi (anche quelli dei Core Web Vitals).
Se consideriamo invece lo strumento PageSpeed Insights di Google, la situazione è differente ma allo stesso tempo simile.
In questo caso infatti il browser simulato da Google è ovviamente Chrome con la penultima versione di Lighthouse (v8.3) ma i server sono situati o in Germania o in Olanda, la connessione è limitata a 1.5Mbit e simula uno smartphone di fascia bassa.
Il problema comune a tutti gli strumenti è quindi questo: gli strumenti simulano condizioni di navigazione non reali ovvero molto differenti da quelle dei visitatori reali del sito.
Google, per tentare di risolvere il problema di errata misurazione ha iniziato a raccogliere i dati direttamente dai browser degli utenti con i Core Web Vitals. Peccato che anche i CWV vengano letti solo da browser basati su Chrome mentre Firefox e Safari vengono completamente ignorati e che i dati vengono raccolti solo il sito riceve sufficiente traffico.
Quindi misurare la velocità non serve a nulla?
Misurare la velocità è sicuramente importante ma per farlo è necessario:
1️⃣ selezionare gli strumenti adatti per analizzare il sito
2️⃣ configurare correttamente gli strumenti
3️⃣ interpretare correttamente i dati
L’obiettivo deve sempre essere chiaro ovvero ottenere un sito veloce e garantire agli utenti del sito un’esperienza ottimale.
Per farlo lo strumento migliore rimane sempre e comunque il nostro cervello. Nessuno strumento potrai mai sostituirsi ad esso o fare il lavoro al posto nostro.
Lo strumento migliore rimane sempre e comunque il nostro cervello
Vuoi imparare come migliorare la velocità e le performance del sito e come utilizzare al meglio i tools per l’analisi?
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Sono aperte le iscrizioni alla terza edizione del workshop “Ottimizzare siti fa schifo… se non sai come farlo”
il primo workshop italiano incentrato sul miglioramento delle web performance per rendere i siti a prova di Core Web Vitals.
Trovi tutte le informazioni cliccando sul bottone qui sotto:
- FALSO MITO #1 – Per misurare la velocità del sito è sufficiente utilizzare uno strumento
- FALSO MITO #2 – Ottimizzare il sito per i Core Web Vitals migliora il posizionamento su Google
- FALSO MITO #3 – La velocità del tuo sito dipende dall’hosting
- FALSO MITO #4 – Per velocizzare un sito è sufficiente attivare la cache
- FALSO MITO #5 – Il sito è veloce perchè sul mio computer è veloce
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